Intervista – Adesso tutti possiamo avere scatti d’autore nel nostro salotto.
marzo 21, 2014
Mariapia Bruno
Maria Cristina de Zuccato e Aldo Sardoni sono i fondatori di Noema Gallery,
una nuova realtà di spunto internazionale che apre le porte ad un
interessante modello di business: quello di rendere fruibile la
fotografia a quante più persone possibile non solo con la vendita delle
opere, ma anche con il noleggio. I dettagli del progetto, che è appena
stato presentato a Milano insieme alla mostra Feed your eyes nella loro sede di Via Solferino, li raccontano a Tempi i due intraprendenti padroni di casa.
Casa ha ispirato l’idea di Noema Gallery?
L’idea è in uso già da tempo a New York e Londra così abbiamo pensato che fosse arrivato il momento per proporla nella città più internazionale d’Italia in considerazione anche del fatto che Milano aumenterà la sua visibilità con l’Expo 2015 (1 maggio – 31 ottobre). L’intento è quello di avviare questo nuovo modo di “consumare” arte in una città sempre attenta alle novità per poi estendere questa visione all’intero territorio nazionale.
Se l’arte diventa prestabile non c’e rischio che la si consideri di poco valore?
L’arte è già “prestabile”, tutti i musei del mondo si prestano le collezioni che possiedono con l’intento di fare circolare il sapere ed il piacere di potere vedere delle opere altrimenti difficili da raggiungere. Nel nostro caso l’idea è quella di allargare la fruizione dell’opera fotografica ad un pubblico quanto più vasto possibile, annullando o comunque contenendo la distanza fisica e psicologica che in genere si crea fra la galleria ed il possibile acquirente. Con noi è possibile avere un certo numero di fotografie (incorniciate ed assicurate) nella propria casa o nel proprio studio professionale per un anno, viverci insieme, stabilire un contatto ed un piacere nell’incontro quotidiano e poi restituirle, oppure cambiarle oppure acquistarne anche una sola (con la deduzione della relativa quota di affitto pagata).
A che tipo di privato e a che tipo di azienda potrebbe interessare un’iniziativa del genere?
A chiunque abbia desiderio d’incontrare ogni giorno delle immagini che lo emozionano o che gli danno piacere, che con esse ritenga di aumentare il prestigio del suo spazio, o che voglia prendere spunto per creare eventi, invitare clienti: quindi ad esempio Studi Professionali, Alberghi, Business Center, etc.
Avete appena inaugurato uno spazio temporary in via Solferino. Quale sarà la programmazione?
Saremo presenti intanto al Festival di Reggio Emilia, poi stiamo programmando la creazione di un contest internazionale e successivamente una borsa di studio per giovani fotografi e 4 mostre per il 2015.
Vi occuperete solo di fotografia?
Solo di fotografia contemporanea d’autore. Il nostro obiettivo è renderla fruibile a quante più persone possibili: il noleggio delle opere diventa un modo per espandere in maniera esponenziale la superficie espositiva di una galleria che non è più uno spazio fisico statico, ma che aumenta e si rinnova in ogni installazione presso i propri clienti.
Pensate di crescere in questo modo dei nuovi collezionisti?
Speriamo di crescere e di aiutare a crescere nuovi collezionisti. Il noleggio è anche un modo per affezionarsi ad un’opera con il tempo e valutarne con calma la possibilità di acquisto e le sue caratteristiche di “investimento”( anche se molto accessibile), con l’intento che la fotografia venga sempre meno considerata come un’arte inferiore alle altre.
L’idea è in uso già da tempo a New York e Londra così abbiamo pensato che fosse arrivato il momento per proporla nella città più internazionale d’Italia in considerazione anche del fatto che Milano aumenterà la sua visibilità con l’Expo 2015 (1 maggio – 31 ottobre). L’intento è quello di avviare questo nuovo modo di “consumare” arte in una città sempre attenta alle novità per poi estendere questa visione all’intero territorio nazionale.
Se l’arte diventa prestabile non c’e rischio che la si consideri di poco valore?
L’arte è già “prestabile”, tutti i musei del mondo si prestano le collezioni che possiedono con l’intento di fare circolare il sapere ed il piacere di potere vedere delle opere altrimenti difficili da raggiungere. Nel nostro caso l’idea è quella di allargare la fruizione dell’opera fotografica ad un pubblico quanto più vasto possibile, annullando o comunque contenendo la distanza fisica e psicologica che in genere si crea fra la galleria ed il possibile acquirente. Con noi è possibile avere un certo numero di fotografie (incorniciate ed assicurate) nella propria casa o nel proprio studio professionale per un anno, viverci insieme, stabilire un contatto ed un piacere nell’incontro quotidiano e poi restituirle, oppure cambiarle oppure acquistarne anche una sola (con la deduzione della relativa quota di affitto pagata).
A che tipo di privato e a che tipo di azienda potrebbe interessare un’iniziativa del genere?
A chiunque abbia desiderio d’incontrare ogni giorno delle immagini che lo emozionano o che gli danno piacere, che con esse ritenga di aumentare il prestigio del suo spazio, o che voglia prendere spunto per creare eventi, invitare clienti: quindi ad esempio Studi Professionali, Alberghi, Business Center, etc.
Avete appena inaugurato uno spazio temporary in via Solferino. Quale sarà la programmazione?
Saremo presenti intanto al Festival di Reggio Emilia, poi stiamo programmando la creazione di un contest internazionale e successivamente una borsa di studio per giovani fotografi e 4 mostre per il 2015.
Vi occuperete solo di fotografia?
Solo di fotografia contemporanea d’autore. Il nostro obiettivo è renderla fruibile a quante più persone possibili: il noleggio delle opere diventa un modo per espandere in maniera esponenziale la superficie espositiva di una galleria che non è più uno spazio fisico statico, ma che aumenta e si rinnova in ogni installazione presso i propri clienti.
Pensate di crescere in questo modo dei nuovi collezionisti?
Speriamo di crescere e di aiutare a crescere nuovi collezionisti. Il noleggio è anche un modo per affezionarsi ad un’opera con il tempo e valutarne con calma la possibilità di acquisto e le sue caratteristiche di “investimento”( anche se molto accessibile), con l’intento che la fotografia venga sempre meno considerata come un’arte inferiore alle altre.
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